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Il panico: come costruisco ciò che poi subisco

DAL MITO.
La mitologia greca crea PAN, un satiro, con piede caprino, coda e corna , figlio del dio  Ermes e della  ninfa  Driope, che  impaurì a tal punto la madre per il suo aspetto fisico alla nascita che ella fuggì, terrorizzata da lui.

IN COSA CONSISTE.
Si può descrivere come un momento di tilt fisiologico, una escalation dei parametri  fisici come il battito cardiaco che accelera, le mani   sudano, il respiro diventa affannoso, le gambe non  mi reggono , la pressione sanguigna aumenta. Quando i sensi avvertono un pericolo, il cervello attiva l’amigdala che attiva le reazioni di allerta e di difesa.
Tutto questo accade  prima che la mente si renda conto di cosa sta succedendo .
Prima di sapere perchè tu hai paura , tu la provi! La mente cosciente entra in funzione dopo  che la risposta alla paura è attivata.

LE  TENTATE SOLUZIONI PIU’ COMUNI .
Cerco di controllare mentalmente le attivazioni fisiologiche spontanee: mi metto in  ascolto dei sintomi che mi dicono che l’ansia sta salendo ,come il battito cardiaco , il ritmo respiratorio, ma poiche’ sono funzioni spontanee dell’organismo, il loro controllo ne altera l’espressione.  Percepisco questa alterazione e mi spavento, la paura di conseguenza  aumenta , l’escalation continua fino ad arrivare all’attacco di panico.
Si può fare una prova  per sentire quanto vi dico .
Se io ascolto il mio battito cardiaco e lo voglio regolarizzare, passato un po’ di tempo, si altererà e avro’ una sensazione di paura.
Se, mentre  scendo le scale , mi concentro sul mantenere l’equilibrio , stando né troppo avanti né troppo indietro, mettendo i piedi uno dopo l’altro, dopo qualche tempo sentirò vertigine e potrò perdere l’ equilibrio.
Altre tentate soluzioni ,  fatte con le migliori intenzioni ma aventi gli effetti peggiori sono :
-chiedo aiuto e rassicurazione:se questa richiesta mi fa sentire sul momento  protetto dal pericolo , in seguito  mi conferma la mia sensazione di non essere capace;
-evito le situazioni di pericolo e di rischio : ogni volta che evito le situazioni che mi spaventano, mi sembra di avere scongiurato il rischio ma,in realtà ,confermo a me stesso di non essere capace e aumento la sensazione di essere in uno stato di allerta continua ;
-aumento il mio livello  di sicurezza,prendendo precauzioni e imprigionandomi così in una gabbia protettiva .

COME SI ARRIVA  AD AVERE UN ATTACCO DI PANICO
Dalle paure che si ingigantiscono :si  possono provare  paure esasperate nel loro livello di intensità  che si scatenano  nelle piu’ variate situazioni quotidiane e  impediscono di  gestire la propria quotidianità in modo autonomo, come la claustrofobia, l’agorafobia,la paura delle altezze, del vuoto ,la paura di volare, di animali , la paura di guidare da solo etc.
Le paure patologiche sono le piu’ democratiche , in quanto colpiscono tutti , al di là del genere e delle condizioni  culturali ed economiche,  e anche  le piu’ creative, perché esistono tante paure quante se ne possono inventare !
Una trappola  particolarmente subdola  è rappresentata dalla paura della paura :  il mio spavento innesca l’escalation e la mia paura si trasforma in una” profezia che si autoavvera” , senza che vi sia una situazione esterna scatenante. In altre parole : costruisco cio’ che poi subisco .

COME SI RISOLVE
Descrivo  sinteticamente  gli STRUMENTI DI BASE  che comunque vanno   costruiti e “cuciti “sull’abito originale e specifico  che  la persona   indossa:
-attivo un dialogo strategico che prima fa sentire , poi fa capire: alterno spiegazioni  con suggestioni, che evocano sensazioni e creano una forte sensazione di contatto
-creo le condizioni affinché  la  persona viva  una esperienza emozionale correttiva  , in cui  scopre di poter fronteggiare ciò che credeva  di non essere capace di fare
-faccio sperimentare , come se fossero casuali, situazioni che in realtà vengono pianificate attraverso  precise indicazioni cliniche , quali :
il diario di bordo :  annotare  la situazione difficile nel momento in cui avviene  e’ un modo per prenderne le distanze e bloccare l’escalation.
  la congiura del silenzio :smetto di parlare della mia paura  e di conseguenza la sensazione di allarme si riduce .
 la paura dell’aiuto: non sento piu’  la necessità  impellente di chiedere aiuto , ma ho paura di farlo!   La  richiesta  continua di aiuto , infatti,  mi sottolinea che non sono in grado di fare da solo e aumenta  , anziché  diminuire  , la mia paura.
 la peggiore fantasia : con la prescrizione del sintomo  mi addestro a “spegnere il fuoco aggiungendo legna” , creando la peggiore fantasia rispetto all’arrivo di un attacco di panico.
“La paura  guardata in faccia diventa coraggio , la paura evitata diventa panico”(tavola sumerica)
Mi alleno ad utilizzare la peggiore fantasia in situazione protetta per scoprirne l’effetto e poterla usare al bisogno , contro l’insorgere del panico.

Riferimenti bibliografici 

Nardone . Psicotrappole.  Ponte alle grazie
Nardone , Salvini .Il dialogo strategico .Ponte alle Grazie
Nardone .Non c’è notte che non veda il giorno .Tea
Nardone . La terapia degli attacchi di panico.Ponte alle Grazie.


Dottoressa Pierangela Bonardi
Psicologa Psicoterapeuta - Parma - Reggio Emilia

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Dott.ssa Dott.ssa Pierangela Bonardi
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Emilia Romagna 0907 dal 08/06/1993
Iscritta all'Albo Psicoterapeuti Emilia Romagna (03/03/1995)
Laureata in Pedagogia e Psicologia, Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulente del Tribunale di Reggio Emilia

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