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Il lutto

la morte di chi si ama

Lutto parma

La perdita improvvisa di una persona amata lascia una sensazione di vuoto e di perdita di senso, è una delle esperienze piu' forti della vita, squilibra la percezione della realtà, modifica le nostre emozioni, altera il nostro aspetto fisico e spesso apre le porte a momenti di grande depressione. Si ricorre spesso allo psicologo e psicoterapeuta proprio per riuscire a trovare la chiave di volta che possa scardinare questa condizione.

E' vissuta come ingiusta, tanto di piu' ci giunge improvvisa, traumatizzandoci .

E' una perdita di piacere e colpisce gli aspetti piu' quotidiani della vita, come il mangiare, il vestirsi, il dormire. Non si prova piu' piacere per le relazioni sociali e qualsiasi cosa, vissuta in precedenza come stimolante e attraente, evoca in noi una sensazione di indifferenza o addirittura di disgusto.

E' uno spasmo del cuore, quel dolore che tocchiamo solo quando si sente una interruzione definitiva. Il vissuto è unico, diverso da persona a persona, impossibile da descrivere.

Il lutto deriva dal latino "lugere": piangere, piangere e ancora piangere. Una mancanza che non può più essere colmata, una ferita che continua a sanguinare e che non si riesce a tamponare. Non cammino piu' dentro la mia vita, ho smarrito la mia strada.

Le reazioni possono essere:

  • negazione: non l' accetto, sento rabbia ancor prima del dolore.
  • stordimento: per non soffrire troppo e cerco di allontanarmi da quello che mi è successo, di mettere una distanza tra me e i ricordi che mi legano a chi ho perso.

Purtoppo, pero', questi modi che istintivamente ho trovato non mi aiutano.

Piu' cerco di distrarmi o di resistere alla disperazione e piu' rischio di vivere incastonata nel passato, come un cameo, incapace di progettare nessun tipo di futuro.

"Si guarisce da una sofferenza solo a condizione di sperimentarla pienamente" (M. Proust).

Io posso trovare in me le risorse per elaborare la perdita. Come?

La disperazione terapeutica

Dedico uno spazio e un tempo per esprimere il mio dolore, passandoci nel mezzo, mettendomici dentro. Per una mezz'ora ogni giorno ascolto tutta la mia disperazione: la guardo, la tocco, la esprimo, in tutta la sua forza , lasciandomi andare al flusso del dolore.

Piano piano, giorno dopo giorno, il dolore riuscirà a decantare, sentirò qualcosa di buono e di sano nei miei sfoghi e nei miei pianti, come una specie di nostalgia, di malinconia per qualcosa che non mi appartiene piu'.

La galleria dei ricordi

E' il momento di costruire nella mia mente una serie di immagini che io inquadro e incornicio, relativi ai momenti vissuti con chi ho perso. Inizio una speciale forma di viaggio, che mi evoca malinconia, tenerezza, dolcezza , come se la persona che ho perso continuasse a vivere dentro me, facesse parte di me.

Ogni volta che sentiro' malinconia , rivisiterò la galleria dei ricordi e sentirò in me la persona che ho perso , con tutta la sua forza e la sua energia.

Il senso di apatia, pero', rimane . Cerco di rimandare a fare le cose ,di evitarle, pensando di metterle in pratica solamente quando arriverà il momento in cui mi sentiro'meglio .Quest' attesa , pero', rischia di diventare troppo lunga ed alimenta un mio stare a lato della vita.

"Come se avessi già superato il mio problema"

Posso ora lavorare sul futuro e chiedermi "Come mi comporterei oggi, cosa farei oggi di diverso dal solito, come se fossi già riuscita a superare questa sensazione di apatia che mi affligge'"?.Scelgo ogni giorno la cosa piu' piccola tra quelle che ho pensato e la metto in pratica .

Piano piano mi riapproprio dei piccoli piaceri quotidiani,delle mie abitudini, recupero le amicizie , riprendo gli interessi che avevo interrotto.

E' arrivato il secondo tempo nel mio processo di elaborazione del lutto: la sensazione che la vita può continuare anche nei suoi aspetti piacevoli.

Piacere: una parola, una sensazione a me diventata sconosciuta , ma che sto imparando a riassaporarla, nelle piccole cose di ogni giorno .

Ho compiuto così l' ultimo passo per recuperare il mio equilibrio. Posso cercare ancora il bello nelle cose. Non dimentico il positivo neppure di fronte alla piu' grande sfida che la vita mi ha riservato .

No, non scordo il bello, nonostante tutto.

Sono riuscita a trasformare le mie lacrime in perle.


Spunti bibliografici

  • Cagnoni, Milanese. Cambiare il passato. Ponte alle Grazie
  • Nardone, Selekman. Uscire dalla trappola. Ponte alle Grazie
  • Meringolo, Chiodini. Che le lacrime diventino perle. Ponte alle Grazie.

Dottoressa Pierangela Bonardi
Psicologa Psicoterapeuta - Parma - Reggio Emilia

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Dottoressa Pierangela Bonardi Parma - Reggio Emilia

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Dott.ssa Dott.ssa Pierangela Bonardi
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Emilia Romagna 0907 dal 08/06/1993
Iscritta all'Albo Psicoterapeuti Emilia Romagna (03/03/1995)
Laureata in Pedagogia e Psicologia, Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulente del Tribunale di Reggio Emilia

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